L'Antenna del del Campo freudiano di Napoli
Anno accademico 2010-2011
propone:
Un percorso filmico intessuto di passioni e crimini. Il noir mette in scena il rapporto tra l’individuo e l’immagine, il ritratto, il doppio, il fantasma e il sogno; mezzi atti a immergere i personaggi e lo spettatore in un’atmosfera ibrida tra delirio e realtà, mise en abîme dello sguardo e dello statuto coscienziale, dominato da specchi, luci, ombre che costantemente duplicano il soggetto della scena minandone la verosimiglianza e la messa a fuoco. Nella trama si istituisce il dominio della ripetizione, dei volti, delle emozioni, dei luoghi scenici, degli eventi, delle catene associative che, spesso, non rimandano a una conclusione, terminazione possibile ma, attraverso l’enigma, alla presentificazione di una ragnatela, di un labirinto cui non è dato sfuggire.
La materia prima del film viene ad essere costituita da una serie interrotta di sogni, visioni, pensieri angoscianti, allucinazioni mascherate da ricordi, che si succedono senza soluzione di continuità, incastrandosi l’uno nell’altra. Il perturbamento e l’angoscia che ne conseguono si giocano sulla pervasività della divisione soggettiva, sulla proliferazione incontrollata di atmosfere oniriche, che non coincidono necessariamente né con la descrizione di un individuo che sta dormendo, né con la rappresentazione del suo sogno, ma suggeriscono la consustanzialità di un mondo smaterializzato e sdoppiato, nel quale diventano pericolosamente irrilevanti la differenza e la distanza che separano le forme dotate di spessore da quelle di pura superficie, la concretezza dei corpi dall’astrattezza delle sagome. L’ombra, non più il contrario della luce ma animata di vita propria, sancisce al meglio lo statuto immateriale ma assolutamente reale, in quanto animato dalla più irriducibile delle pulsioni dell’universo della passione e del crimine, di uno dei più sublimi tragitti diretti all’Ade.
L’ Acherontemovebo del mistero e del delitto necessariamente è la donna.
Le dark ladies che abitano i film sono lo strumento privilegiato atto a risucchiare i protagonisti maschili dentro una spirale di incubo e follia, determinata dallo stato di delirio e angoscia che sostanzia le oscure vicende in cui sono coinvolti. Eroine che giocano con lo statuto fallico per spingersi al di là dove splende il sole nero del godimento altro, dove si consuma l’olocausto dei destini e dei corpi, dove inutilmente si chiede “ cosa vuole una donna “ e, forse, lo si comprende troppo tardi, quando stanno ormai per chiudersi le mascelle feroci della sfinge.
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